Da inquisiti a candidati sindaco. E’
capitato e capita da Salerno a Roma. Da De Luca a Bertolaso.
Da un pò di tempo in qua c'è la moda di candidare alla carica di Sindaco di una città dei personaggi indagati o inquisiti dalla magistratura.
Magari saranno anche accuse infondate, magari saranno le persone più oneste del mondo, ma candidandole a Sindaco sembra che si voglia far sapere alla magistratura che essa deve archiviare i provvedimenti a loro carico perché la società civile ha bisogno di queste persone.
E'
un modo, per i politici , di mettere le mani sulla magistratura, di
intimorirla, di farle capire chi è che comanda.
Come
se non ci fossero più a disposizione delle persone oneste e
altrettanto capaci di quelle sotto accusa.
Oltre che voler intimorire la magistratura,
( che poi magari non si lascia mettere sotto e allora incomincia davvero a tallonare, a fare le pulci, a esaminare con la lente il personaggio così portato in palmo di mano dai politici),
il voler candidare a sindaco dei personaggi tanto discussi, è un modo per far sì che in campagna elettorale di tutto si parli tranne che dei programmi necessari per la risoluzione dei problemi della città, programmi che praticamente non esistono perché' compito del candidato, una volta eletto, sarà quello di favorire con i suoi atti amministrativi chi lo ha aiutato a farsi eleggere alla carica di sindaco.
Quindi un personaggio così non sarà mai un buon amministratore, non farà mai gli interessi della città perché sarà sempre in debito di riconoscenza verso i suoi benefattori ed avrà in continuazione gatte da pelare per i bastoni che gli metterà fra le ruote la magistratura offesa dal comportamento dei politici.
Tanto
valeva allora, e da subito, individuare tra la società civile un nome
forse meno eclatante e famoso, ma dal certificato
del casellario giudiziario immacolato e pulito, e su questo puntare.
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