Utilizzo dell’ acqua di mare a fine alimentare e agricolo
Mai come quest’ anno , in modo
particolare in Italia, le prime pagine dei
giornali, dei telegiornali e dei siti internet si sono occupate del caldo ,
della siccità e degli incendi.
Con il caldo torrido del nuovo
clima che si sta ormai stabilizzando sul pianeta Terra, nella nostra Nazione non c’ è più acqua a sufficienza per gli usi
alimentare e agricolo necessari alla sopravvivenza . Per non parlare poi dell’uso
industriale e della produzione di
energia elettrica che l’acqua dei fiumi e dei laghi ha sempre garantito.
Nevica poco ormai e, inverno dopo inverno, i ghiacciai sono sempre
più scarni di neve e le scorte di acqua
delle sorgenti montane da essi alimentate, a metà anno sono già quasi a secco.
E’ necessario intervenire ed
avere idee nuove, oltre che risparmiare
e utilizzare in modo più razionale e soprattutto
più parsimonioso il bene primario dell’acqua.
E’ forse giunto il momento di pensare
concretamente a un utilizzo massiccio dell’acqua del mare che, grazie a Dio,
in Italia, essendo essa una penisola immersa
per tre lati nel mare, ancora è
abbondante.
Ma l’acqua del mare è salata e
non è adatta agli usi alimentari dell’uomo
e degli animali.
E allora come si fa?
Si creano degli impianti di desalinazione
o dissalazione.
L’acqua è il bene più prezioso,
ma ormai è anche quello che scarseggia di più, perciò le tecnologie in grado di
produrre acqua pulita sono sempre più importanti.
E desalinizzare l’acqua di mare è una strada che alcune Nazioni, tra cui Israele percorrono già in modo massiccio negli ultimi anni, con l’obiettivo di assicurarsi l’indipendenza idrica per i prossimi decenni.
E desalinizzare l’acqua di mare è una strada che alcune Nazioni, tra cui Israele percorrono già in modo massiccio negli ultimi anni, con l’obiettivo di assicurarsi l’indipendenza idrica per i prossimi decenni.
Se vogliamo sopravvivere ai mutamenti e sconvolgimenti climatici, che
si preannunciano sempre più disastrosi, l’acqua di mare dissalata nel prossimo
futuro dovrà diventare il pilastro della rete idrica italiana.
Un dissalatore ogni 50 km di costa marina garantirebbe
l’immissione nella rete idrica nazionale di una quantità di acqua
potabile sufficiente per la sopravvivenza
sia degli uomini che degli animali e per la necessaria irrigazione agricola.
La tecnologia c’è già e, come abbiamo visto, altri Stati già la
stanno sfruttando.
E allora l’Italia, invece
di continuare a costruire navi da
guerra e armi e schifezze varie, utilizzi
le risorse economiche previste per questi scopi, destinandole alla costruzione delle
centrali di de-salinazione necessarie a garantire al popolo italiano un avvenire di prosperità e di lontananza dai bisogni della sete.
Attenzione, che ormai, con i cambiamenti del clima , anno dopo anno sempre più sconvolgenti, non c'è già quasi più tempo da perdere.
Attenzione, che ormai, con i cambiamenti del clima , anno dopo anno sempre più sconvolgenti, non c'è già quasi più tempo da perdere.
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