28 luglio 2017

Utilizzo dell’ acqua di mare a fine alimentare e agricolo


Utilizzo dell’ acqua di mare a fine alimentare e agricolo  
Mai come quest’ anno , in modo particolare in Italia,  le prime pagine dei giornali, dei telegiornali e dei siti internet si sono occupate del caldo , della siccità  e degli incendi.

Con il caldo torrido del nuovo clima  che si sta ormai  stabilizzando sul pianeta Terra, nella nostra Nazione  non c’ è più acqua a sufficienza per gli usi alimentare e agricolo necessari alla sopravvivenza . Per non parlare poi dell’uso industriale e della  produzione di energia elettrica che l’acqua dei fiumi e dei laghi ha sempre garantito.

Nevica poco ormai  e,   inverno dopo inverno, i ghiacciai sono sempre più  scarni di neve e le scorte di acqua delle sorgenti montane da essi alimentate, a metà anno sono  già quasi  a secco.

E’ necessario intervenire ed avere idee nuove, oltre  che risparmiare e  utilizzare in modo più razionale e soprattutto più parsimonioso  il bene primario dell’acqua.

E’ forse giunto il momento di pensare concretamente  a un utilizzo  massiccio dell’acqua del mare che, grazie a Dio, in Italia, essendo essa una penisola immersa   per tre lati nel mare, ancora  è abbondante.
  
Ma l’acqua del mare è salata e non è adatta agli usi alimentari  dell’uomo e degli animali.
E allora come si fa?

Si creano degli impianti di desalinazione o dissalazione.

L’acqua è il bene più prezioso, ma  ormai è anche quello che scarseggia di più, perciò le tecnologie in grado di produrre acqua pulita sono sempre più importanti
E desalinizzare l’acqua di mare è una strada che  alcune Nazioni, tra cui Israele percorrono già in modo massiccio  negli ultimi anni, con l’obiettivo di assicurarsi l’indipendenza idrica per i prossimi decenni.

Se vogliamo sopravvivere   ai mutamenti e sconvolgimenti climatici, che si preannunciano sempre più disastrosi, l’acqua di mare dissalata  nel  prossimo futuro dovrà diventare il pilastro della rete idrica italiana.

Un dissalatore  ogni 50 km di costa marina  garantirebbe  l’immissione nella rete idrica nazionale di una quantità di acqua potabile  sufficiente per la sopravvivenza sia degli uomini che degli animali e per la necessaria irrigazione agricola.

La tecnologia c’è  già  e, come abbiamo visto, altri Stati già la stanno sfruttando.


E allora l’Italia, invece di  continuare a costruire navi da guerra  e armi e schifezze  varie,  utilizzi  le risorse economiche previste per questi scopi,  destinandole alla  costruzione delle centrali di de-salinazione necessarie a garantire al popolo italiano  un avvenire di prosperità e di  lontananza dai bisogni della sete.

Attenzione, che ormai, con i cambiamenti  del clima , anno dopo anno sempre più sconvolgenti,  non c'è già quasi più tempo da perdere.

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