16 ottobre 2008
54) Mai dire Ciao ai morti.
Mai dire Ciao ai morti.
Nella mia città succede una cosa strana.
Non si può scrivere la parola “Ciao” sulle lapidi mortuarie.
E’ vietato.
“Ciao” è una parola sconcia.
Tra vivi è il saluto che più di altri esprime familiarità, profonda amicizia, conoscenza intima.
I morti, invece, non si possono salutare con il “ciao”.
Se ne sono andati.
Se ne sono voluti andare.
Che crepino!
Non puoi più rivolgerti a loro con un “Ciao”.
Così ha deciso la“Commissione Tecnico-Artistica Cimiteriale Comunale”, di cui fanno parte :
il Sindaco, l’Assessore alla sicurezza e ai servizi cimiteriali del comune, il Comandante della polizia locale, e un Consulente sacerdote nominato dalla Curia vescovile.
I marmisti, cioè coloro che materialmente preparano le lapidi di marmo da apporre sulle tombe dei nostri defunti, devono sottoporre al beneplacito di questa commissione, le parole che i parenti desiderano scrivere sulle lapidi e ottenerne il via libera.
La mancanza di sensibilità da parte delle autorità locali in materia di scritte sulle lapidi l non ci deve stupire( sono ben altre le contraddizioni che imputiamo loro).
E’ invece del tutto inconcepibile che un sacerdote non permetta che ci si rivolga ai nostri parenti defunti con la parola più intima che esista :”Ciao.”
Già il fatto che esista una Commissione così è di per sé una cosa da ridere.
Che poi di essa faccia parte un prete che non ha capito niente della religione cristiana, del senso della morte e della intima comunione che vivi e defunti stabiliscono tra di loro, è una cosa inverosimile.
E magari, come consulente, questo prete riceve pure una indennità economica, per ogni parere che esprime.
Adesso, però, c’è un fatto nuovo.
E’ successa una cosa strana, straordinaria.
Forse hanno cambiato il Consulente sacerdote, perché nella sua ultima seduta, questa commissione ha radicalmente mutato registro.
O forse qualcuno è rinsavito.
Finalmente, quasi alla vigilia del 2 novembre, ricorrenza dei morti,
due care signore, due sorelle che non si sono lasciate intimidire dal divieto della “Commissione etc.etc.”,
dopo sei mesi di battaglia legale e di ricorsi,
hanno ottenuto l’autorizzazione,
arrivata non senza voti contrari o pareri contrastanti
e, finalmente, potranno far incidere sulla lapide al cimitero un “Ciao mamma”
come inizio di una loro poesia di pochi versi dedicata alla madre:
“Ciao mamma,
Delicata e discreta come una farfalla,
Ci hai insegnato ad iniziare la giornata con un sorriso,
Che la vita è bella, piena di colori e di profumi.
Ora noi lasciamo che tu voli via
E che il papà ti prenda per mano”.
E’ certamente una bella novità, che adesso, nella nostra città, si possano salutare i nostri morti con un “Ciao mamma, ciao papà, ciao zio, ciao nonna”.
E’ un segno di magnanimità che la "Commissione etc.etc." ci concede, a noi poveri mortali.
Non dobbiamo abusarne.
Un solo “Ciao” è autorizzato.
Due farebbero schizzare fuori dalle orbite, nuovamente, gli occhi vigili della "Commissione etc.etc.",
che si sentirebbe presa in giro.
E tornerebbe a proibire.
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