9 aprile 2009

219) La Via Crucis del venerdì santo sui luoghi del terremoto? Sarebbe bello.




La Via Crucis del venerdì santo sui luoghi del terremoto? Sarebbe bello.
The Via Crucis of holy Friday on the places of the earthquake? It would be beautiful.






Non sarebbe stato bello se il Papa, contravvenendo per una volta al rigido protocollo teutonico vaticano, questo venerdi santo 2009, quello del dopo terremoto in Abruzzo, si recasse a celebrare le funzioni religiose del Venerdi Santo in una tendopoli in mezzo ai superstiti?In fondo questo dramma è capitato quasi alla periferia di Roma, alla periferia della diocesi di cui il Papa è vescovo. Si può quasi dire che praticamente è capitato ai fedeli della sua diocesi. Quale sostegno morale avrebbe portato alla popolazione superstite la vicinanza del Papa , che recita la Via Crucis di Gesù sui luoghi del disastro, unendola alle tante Vie Crucis personali di ognuno di loro?

Ma purtroppo per questo Papa le priorità sono altre.
Prima vengono le celebrazioni della Pasqua, ben codificate da una liturgia collaudata, con tanto di discorsi pomposi magari tenuti da un trono tutto d’oro,e con la trasmissione in diretta televisiva degli auguri pasquali in tremila lingue dalla finestra del Suo studio per mostrare la vastità dello scibile papale.

Poi, solo dopo, una volta passata la ricorrenza pasquale ci si potrà recare in mezzo a questa povera popolazione tanto martoriata per celebrare una Messa sotto un tendone facente funzioni di chiesa.

Stiano però attente le malelingue a criticare questo modo di agire, perché esso è dettato non da indifferenza nei confronti dei terremotati, ai quali il Papa ha da subito dichiarato di essere vicino e le cui sofferenze ha fatto proprie, ma da problemi logistici di viabilità e di ordine pubblico.

Il Papa che si rechi in quelle zone in questi momenti, così a ridosso dal sisma, distoglierebbe energie preziose dall’opera di ricerca delle vittime e di soccorso ai superstiti.
Non fa niente se il Presidente del Consiglio Berlusconi e il Presidente delle Repubblica Napolitano si siano già recati in quei luoghi, senza nessun inconveniente.
Loro sono autorità civili diciamo così locali, non paragonabili di certo per importanza al Papa che è un’autorità religiosa Mondiale.
E questo fa la differenza.
Non è l'amore al prossimo che detta le priorità del Papa, ma la Sua agenda è dettata dalla preoccupazione della burocrazia vaticana se sia più conveniente fare una certa cosa in un certo momento, o se non sia meglio invece rimandarla .
E' la burocrazia che lega le mani al Papa, ma un Papa che concepisse l'amore al prossimo come più importante dell'agenda dei Suoi impegni, a noi andrebbe benissimo e ci renderebbe fieri di dirci, almeno ogni tanto, cristiani.
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