18 febbraio 2010

32.0) Il caso della BergTower.

Intellighentia o scementia? Il caso della BergTower.


Al termine della pista di decollo degli aerei, in quel di Orio al Serio, ad una distanza in linea d’aria di meno di trecento metri, sorge da anni, abbandonato ed inutilizzato ed ormai in sfacelo, un colosso edilizio chiamato “Ex centro di servizio delle Finanze”, sorto negli anni ’90 e costato più di 100 miliardi di lire, oggi di proprietà della Fintecna, la società pubblica sorta per la vendita ai privati del patrimonio immobiliare dello Stato inutilizzato.
Forse, dopo tanto tempo, questo mostro ecologico, della cui vicenda si è più volte interessata persino la trasmissione “Striscia la notizia”, forse, si diceva, si riuscirà a venderlo ad una società privata che ha intenzione di farne o un supermercato o un albergo.
Bene, si dirà, tutto è bene quel che finisce bene, e forse in questo caso lo Stato riuscirà a recuperare parte dei soldi pubblici investiti in questa sciagurata operazione.
Ma, e che c’entra il fatto che ci sia, a meno di trecento metri di distanza, la pista di decollo degli aerei?
C’entra, c’entra, perché il privato che vuol costruire l’albergo o il supermercato, ha posto come condizione che gli sia permesso di costruire, accanto al palazzone, la Berg Tower(??), e cioè una torre alta più di 50 metri e visibile ad occhio nudo da molto lontano, sulla quale applicare la gigantesca pubblicità del costruendo supermercato o albergo.
Ma ve l’immaginate? Appena al di là della pista di decollo degli aerei, una torre di più di 50 metri di altezza, contro la quale andare a sbattere?
Eppure l’”intellighentia” delle autorità bergamasche sta per approvare il progetto.
Ma si può essere meno “intelligenti” di così?
Vuol dire proprio andarsele a cercare, le disgrazie.
L’unica remora è sul nome da dare alla torre. Berg(amo)Tower fa molto chic, è molto in, ma i leghisti al potere in Comune e in Provincia, preferirebbero un più casereccio “La Tor de Berghem”, e annunciano battaglia.
Chi vivrà, vedrà. Ma già fin da adesso una cosa è certa, e cioè che più di “intellighenzia” si dovrebbe parlare di “scementia”.

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