13 marzo 2010

45.0) La vita di un familiare del giudice forse sarebbe valsa più di 231 euro. Perché quella di mio figlio no?

La vita di un familiare del giudice forse sarebbe valsa più di 231 euro.
Perché quella di mio figlio no?

Due anni fa a Porto Cervo un ragazzo di vent’anni di Monza con la patente ritirata e alla guida di una Bmw che andava contromano, in un incidente spezzò la vita di Antonello Zara.
Antonello Zara era noto specialmente al pubblico che segue il programma di Maria De Filippi “Uomini e Donne” dove aveva partecipato come tronista nella stagione 2003/04, ed era in Costa Smeralda per un periodo di vacanza .
In questi giorni il padre tramite i canali televisivi denuncia all’opinione pubblica l’ingiustizia di una sentenza che il 16 settembre 2009, ha condannato l’investitore Matteo Sgariboldi – il ragazzo alla guida della Bmw –a una semplice sanzione amministrativa.
"Una multa di 231 euro per eccesso di velocità, a chi ha ucciso una persona guidando contromano e con la patente che gli era già stata ritirata per 18 mesi per reati di guida precedenti."

Non c’è che dire: La vita di un uomo vale 231 euro.
Ma dove siamo?
Ma cosa è scattato nella mente del giudice che ha emesso una simile sentenza?
Qualche corto circuito che gli ha lesionato il cervello?

Siamo proprio sicuri che se la vittima fosse stata un parente del giudice, la sentenza sarebbe stata la stessa?
Francamente il sig. Zara padre ha tutto il diritto di affermare che questa sentenza è "Un insulto per tutti noi“. 
 Insomma, Antonello forse non avrà mai giustizia e Walter Zara ha ragione ad affermare che questi 231 euro sono un insulto e una beffa, come se la vita di Antonello valesse solo quei soldi e nient’altro.

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