13 maggio 2010

92.0) L’esempio di Berlusconi- purtroppo – ha fatto scuola.

L’esempio di Berlusconi- purtroppo – ha fatto scuola.


L’ex ministro Scaiola si rifiuta di parlare con i giudici della vicenda che lo vede implicato.
E’ accusato di essersi fatto pagare un appartamento milionario in quel di Roma da un costruttore edile che, forse per questo, e per altri atti corruttivi in favore di altri politici ancora da scoprire, riusciva poi a vincere tutti i concorsi e gli appalti ai quali partecipava.


Perché lo Scaiola non si vuole recare da giudici?
Egli ha lasciato trapelare che: “Noi politici abbiamo altro di meglio da fare che recarci dai giudici. Essi sono persone indegne di ascoltare il racconto delle mie oneste azioni, sono degli esseri prevenuti e montati contro di me, che in cuor loro già mi hanno condannato.
E’ perfettamente inutile andare a parlare con persone così. “

Questo atteggiamento nei confronti dei giudici, cioè delle persone incaricate dalla legge di accertare la verità dei fatti ed eventualmente di porre in atto dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, in caso di conclamato accertamento di reato, è la diretta conseguenza dell’esempio che il Presidente del Consiglio on. Berlusconi ha da sempre adottato per non essere processato e per evitare di sottoporre i suoi comportamenti al vaglio della magistratura.

Ma come, dice lo Scaiola, il mio Gran Capo mi insegna che i giudici sono una manica di persone poco rispettabili, ed io mi dovrei far giudicare da costoro?
Non sia mai: l’esempio del mio Benefattore e Signore vale anche per me mi indica il comportamento da seguire.
Non si sottopone Lui ai processi, e mi dovrei invece sottoporre io?
Io che sono un Suo grande estimatore ed ho cercato di seguirne l’esempio persino nella corruzione e nel malaffare?
No davvero, o ci vanno tutti dai giudici, o non ci va nessuno.

Anzi convincerò la mia parte politica a fare una legge che autorizzi d’ora innanzi i ministri e i parlamentari a mandare a quel paese i giudici qualora questi avessero la spudoratezza di voler indagare sui comportamenti e sulle azioni degli appartenenti alla casta, affinché si rendano conto che noi politici siamo esseri di molto a loro superiori e di molto anche al di sopra della legge e possiamo corrompere o lasciarci corrompere fin che ci pare e piace.


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