3 dicembre 2010

226.0) Cartelli stradali leghisti





Cartelli stradali leghisti

Il sig. sindaco del mio paese
da due anni a questa parte è un sindaco leghista
E gli sarebbe piaciuto  mettere a tutti gli ingressi del paese
dei cartelli stradali in dialetto
“che ricordassero la nostra cultura,  le nostre tradizioni locali, le nostre radici e il nostro passato”.

Parole roboanti per dire che   gli sarebbe piaciuto indicare il nome del paese in dialetto,
ma il Comune non ha  i soldi per fare questi cartelli
e tutto sommato se i soldi ci fossero, 
ai cittadini servirebbero altre cose ben più urgenti.

Compare sulla scena allora un privato (una ditta di autotrasporti locale)
che provvede, con una sua specifica liberalità 
sia alla realizzazione che alla installazione  dei cartelli dialettali
posandoli  sotto  quelli tradizionali.








Il sig. sindaco del mio paese,
a cose fatte, 
rivendica con orgoglio questo cambiamento epocale
della toponomastica stradale
che non è costato al Comune nemmeno un centesimo di euro.


Perché collocare dei cartelli in dialetto è ormai diventato un modo per identificare  un paese amministrato dai leghisti.
Ed ora anche il paese da lui amministrato  si è messo,
grazie alla liberalità privata,
nella scia che è diventata  una sorta di  marchio di fabbrica della Lega Nord.
Ben presto  arriveranno gli auguri e le felicitazioni  da parte dei dirigenti provinciali.
E forse anche dalle alte sfere  del partito.

Però, caro sindaco, sei sicuro che  tutta l’operazione  non ti sia costata niente?
Perché un privato che regala soldi al Comune, prima o poi passerà  certamente  all’incasso.
E, ti chiedo scusa,   Sindaco, 
ma come la mettiamo se un altro privato,
poniamo un musulmano benestante, 
o un giapponese in vena di  liberalità
ti chiedessero di  mettere agli ingressi del paese  dei cartelli stradali  
espressi in lingua araba? 
o in lingua  giangianese?
o magari cirillica?




Va da sé che, da adesso, ogni privato cittadino che desideri fare una liberalità
può far mettere i propri cartelli nel dialetto o nella lingua che desidera,
tanto per il Comune sono gratis,
e quindi,
quanti cartelli stradali  potremmo vedere  appesi  lungo i confini comunali?


Signor Sindaco, ci pensi un pò su.
E veda se non è stata una decisione un po’ troppo affrettata
quella di accettare  la liberalità pelosa di quel tal privato cittadino.



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    1 commento:

    1. sei un pirla....forza lega! se un privato vuol mettere i cartelli in arabo lo può fare, basta che lo voglia il suo sindaco...magari pisapia|!!!

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