Monti si è bruciato tutta la fiducia che avevamo riposto in lui.
Quando Monti si è insediato alla guida del nuovo governo, tutti gli italiani avevano riposto in lui la loro massima fiducia.
Ce la farà, dicevamo tutti in coro, finalmente un uomo onesto e in gamba alla guida dell’Italia.
Incontrerà di certo delle difficoltà, ma saremo tutti con lui.
D’altronde quelli di prima ormai erano alla catalessi totale e non erano più in grado di governare neppure i loro impulsi .
Il buon Monti ci chiederà certamente dei sacrifici, ma farà in modo di distribuirli su tutte le classi sociali, specialmente esentando le più deboli.
Poveri illusi che siamo stati!
Il Monti , che era stato messo lì per prima cosa per ridurre il debito pubblico, non solo non ha cercato di diminuirlo, ma l’ha addirittura incrementato, peggio di quanto aveva fatto Berlusconi.
Non solo ha messo tasse e imposte su ogni dove, ma ha calcato la mano sui più deboli esentando le categorie e le lobby più forti, perché, come tutti i pavidi, è forte con i deboli e debole con i forti.
Ad esempio i pensionati , le casalinghe, i cassintegrati , i disoccupati, e i pochi lavoratori con busta paga che ancora esistono nel nostro Paese,colpevoli di voler vivere in una casa di loro proprietà, nella quale hanno investito tutti i loro risparmi di una vita , o che magari ancora stanno pagando le rate del mutuo dovranno pagare l’Imu, il nuovo pesante balzello sugli immobili inventato dal governo, che però non verrà fatto pagare alle Banche, anche se esse sono le vere proprietarie della maggior parte del patrimonio edilizio italiano.
Dove ci sono i soldi, il buon Monti li lascia stare lì magari ad ammuffire, perché sa benissimo che essi servono ai banchieri per speculare in Borsa e fare investimenti nei paradisi fiscali.
E’ invece dove i soldi non ci sono che egli li vuole prelevare, e poi lui e i suoi ministri arrivano a frignare e a piagnucolare che tutto questo è fatto con equità sociale.
Ci prendono per il sedere e vogliono pure essere ringraziati.
Ad esempio è notizia di oggi che il governo ha deciso di acquistare altre 400 auto blu di rappresentanza, perché poverini i nostri uomini pubblici, parlamentari, governanti e manager di aziende pubbliche, con relativa servitù e carichi familiari al seguito, devono assolutamente viaggiare gratis e con autista a bordo.
Le auto blu sono uno degli emblema dello spreco della politica in Italia. Sono circa 70.000 le auto blu in circolazione con un costo pazzesco per la pubblica amministrazione.
Ogni auto blu ci costa , tra consumi, autista, ammortamento, circa 138.000 euro all'anno se è in gestione propria e circa 95.000 euro se è a noleggio con conducente.
Invece di eliminarle egli ne fa acquistare altre 400 di nuove ( da notare che circa 800 auto blu giacciono inutilizzate da anni nei depositi di qualche Ente). Non si poteva, invece di acquistarne di nuove, farle riparare?
Eh no, perché chi ne usufruisce è capricciosetto e vuole viaggiare non su auto rimesse a nuovo, e magari di modello non recente ma su autovetture di ultima generazione.
Un governo che invece di tagliare gli sprechi, ne fa di nuovi, con i soldi dei più deboli, tartassando a più non posso chi ancora si comporta onestamente in Italia, non è un governo nel quale riporre la nostra fiducia.
E’ semplicemente un governo meschino, e speriamo che se ne vada via al più presto.
Ne abbiamo già avuti di governanti non all’altezza in Italia, ma se non altro non piagnucolavano dicendoci che ci tartassavano per il nostro bene.
Ci facevano capire senza tanti giri di parole, che erano al governo solo per fare gli sporchi affari e interessi loro, e fin che durava durava, tanto le leggi per andare in galera facevano in modo che il Parlamento non le approvasse mai.
Monti invece, ci ha dapprima illuso con la sua aria da persona competente , libera e onesta e all’inizio gli abbiamo creduto.
Ma ora che ha mostrato la sua vera faccia, è bene che se ne vada via.
L’Italia non ha più bisogno di lui: un altro governante incapace e succube delle banche lo possiamo trovare in qualsiasi momento.
C’è solo l’imbarazzo della scelta.
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