I mondiali dell’Italia: comunque vada saranno critiche.
Sta scritto nell'inno nazionale che le altre Nazioni dovranno umiliarsi e porgere la chioma per essere rapata a zero, in quanto saranno sconfitte da Roma, essendo nate per essere sue schiave.
Nella mente e nei versi risorgimentali del Poeta dell’inno, i fasti e le glorie italiane sarebbero stati
immancabili e duraturi, proprio come ai tempi gloriosi degli antichi Romani e
avrebbero fatto scuola a tutto il mondo.
Bello il mondo che sognava il nostro Poeta!
Ma noi sappiano che non è andata così, anche se , cantando
il nostro inno, per un momento ci illudiamo di
far rivivere quei tempi gloriosi.
Oggi questo nostro sogno è un po’ scaduto e annacquato: l’Italia
è in una crisi profonda, economica e spirituale, e se lo sarà anche calcisticamente, venendo
estromessa malamente dai mondiali di calcio,
si dirà che certo, dopo quasi vent’anni di regime berlusconiano, non era neppure
ipotizzabile la vittoria, dato il profondo baratro buio in cui ci siamo cacciati.
Sembrerà paradossale, ma in caso di eliminazione, ci sarà certamente qualcuno che darà la colpa a Berlusconi e ai
suoi malgoverni, i quali però, in questo caso, con le vicende del torneo calcistico mondiale c’entrano come i cavoli a merenda.
Eppure qualche intellettuale, potete starne certi, di
fronte alla sconfitta, questa diagnosi
la farà : “Estote parati”, siatene certi.
E anche paradossalmente, se però al contrario dovessimo
uscirne vincitori da questa avventura calcistica, si troverà comunque sempre
qualcuno pronto alla critica, che dirà che con gli immancabili festeggiamenti si
vuole ingannare il popolo distogliendone l’attenzione e sviandola dai veri problemi del Paese che
sono la disoccupazione, la crisi sociale
ed economica e la corruzione,i quali, vittoria o non vittoria, rimangono sempre lì ad offuscare
il nostro avvenire sociale, etc,etc,etc.
Quindi , siatene certi: se perdiamo qualcuno dirà che era previsto, stante la nostra inadeguatezza
economica e politica, e se vinciamo è perché
come popolo siamo capaci n di batterci allo stremo per cose non essenziali,
mentre la nostra decadenza sociale ed economica
è sempre lì ad ammonirci.
Nessuno che tirerà in ballo le doti o le
lacune calcistiche della pattuglia azzurra, addossandone a calciatori ed
allenatori i meriti o i demeriti della vittoria o della sconfitta, ma tutti
diventeremo intellettuali da strapazzo
capaci di muovere la lingua solo
per trovare grandi enfasi oppure mille scuse e pretesti nelle immancabili discussioni da
bar.
Insomma, comunque vada la spedizione azzurra ai mondiali di
calcio, sarà un coro di critiche.
E' bene saperlo prima di cominciare.
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E' bene saperlo prima di cominciare.
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