E se ci liberassimo una volta per tutte dal Debito Pubblico?
Sapevano che la spesa pubblica annuale non poteva essere neppure in minima parte compensata dalle entrate fiscali, a tal punto che l' entità del debito pubblico è andata pertanto completamente fuori controllo in quanto in quegli anni, per ruberie, per
privilegi concessi agli amici, agli amici degli amici e comunque un po’ a tutti, per incompetenza politica ed anche perché ci si credeva di aver trovato la
quadratura del cerchio del benessere a
buon mercato, si spendeva e si spandeva a man
bassa.
Si arrangeranno i nostri figli o i nostri nipoti, dicevano,
a far fronte a questi debiti, perché tanto, chissà in quale meraviglioso
mondo pieno di opportunità economiche e lavorative
essi vivranno, anche a seguito
delle nostre lungimiranti spese odierne.
Con queste nostre iniziative spenderecce stiamo mettendo a
disposizione dei nostri figli il miglior mondo possibile e immaginabile e quindi
per loro non sarà poi di troppo peso trovare i fondi che noi adesso non abbiamo
per rimborsare il debito pubblico che stiamo lasciando loro in eredità.
E sgravandosi la
coscienza con simili ragionamenti del menga, il debito pubblico è così passato
da una quota forse allora sostenibile di 224 mila miliardi di lire nel 1980 (58% del Pil), a 1 milione e 813 mila
miliardi nel 1993,(117,4% del Pil) fino a giungere ai 2100 miliardi di euro odierni ( 4 MILIARDI DI MILIONI DI LIRE - non si riesce neppure a scriverlo = 127% del Pil) .
A questo punto purtroppo il mondo fantastico tanto agognato dai nostri padri spenderecci, non solo non si è realizzato , ma si è trasformato anzi in una spaventosa disoccupazione e disperazione giovanile come mai si era
visto nel passato.
I giovani di oggi non solo non trovano lavoro perché le fabbriche sono fallite o falliscono o
hanno portato il lavoro in Romania o in Cina , non solo non matureranno mai una
pensione per gli anni della vecchiaia, ma si trovano sul groppone da
rimborsare questa montagna di debito pubblico
pari a un peso da portare peggio di quello di Sisifo.
E allora si fa finalmente strada in loro l’idea che non sono poi tenuti a vivere da infelici per
le colpe dei padri, ma che anzi è il momento
di dire che essi delle stravaganze e dei
debiti dei loro genitori non sono colpevoli , non ne vogliono sapere, non ne accettano l'eredità, e
quindi questi debiti per loro non esistono e non li rimborseranno mai.
Quelli che hanno dato credito alle manie di grandezza dei loro progenitori ed hanno sottoscritto
dei buoni del tesoro sapendo
benissimo che i soldi per il rimborso
non c’erano, si arrangino e se non
vogliono trovarsi tra le mani della carta straccia, si accontentino di un rimborso pari al 10%, a dir tanto, del valore nominale.
Così ha fatto l’Argentina, e questa è la proposta che il mondo giovanile
italiano ha in animo di fare.
Verranno indetti dibattiti pubblici per ogni dove
e in modo particolare attraverso
il web, per orientare la pubblica opinione ad
accettare questa proposta che finalmente, azzerando quasi del tutto il mostruoso
debito pubblico odierno, incoraggi la ripresa economica e la
formazione di nuovi posti di lavoro per i giovani e per coloro che finora, sono
stati esclusi da una vita sociale e
lavorativa normale, a causa del peso dei
privilegi e delle mascalzonate che hanno combinato i nostri predecessori .
Così come i nostri padri dicevano: " il peso del rimborso del debito lo
lasciamo ai nostri figli", così ora noi dicendo
come essi ci hanno insegnato: “ Chi ha dato ha dato ha dato, e chi ha avuto, ha avuto, ha avuto”, lasciamo
che se la sbrighino loro a dar
spiegazioni ai creditori, e che si arrangino.
Per nostro conto, noi cercheremo invece di trarre lezione da questi comportamenti economici delittuosi ed irresponsabili dei nostri padri, per fare in modo che mai più avvenga che lo Stato faccia spese se non ci sono i fondi , e che se ciò dovesse avvenire esse dovranno essere giustificate dai veri bisogni sociali del nostro popolo, e non per accontentare solo qualche parte politica o qualche clan o qualche lobby, o qualche mafia.
Per nostro conto, noi cercheremo invece di trarre lezione da questi comportamenti economici delittuosi ed irresponsabili dei nostri padri, per fare in modo che mai più avvenga che lo Stato faccia spese se non ci sono i fondi , e che se ciò dovesse avvenire esse dovranno essere giustificate dai veri bisogni sociali del nostro popolo, e non per accontentare solo qualche parte politica o qualche clan o qualche lobby, o qualche mafia.
Viva l’Italia (quella senza debiti, quella che noi giovani stiamo costruendo, non quella sozzona
e mascalzona che ci siamo ritrovati
sulle spalle per la mania di grandezza o l'irresponsabilità dei nostri padri).
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