2 ottobre 2014

88.4) Le sentenze possono essere sbagliate, come insegna il caso De Magistris, ma devono essere rispettate.



Le sentenze possono essere sbagliate, come insegna il caso De Magistris, ma devono essere  rispettate.

De Magistris è stato condannato  a un anno e tre mesi di carcere  per aver acquisito  anni fa, quando era in magistratura , le utenze telefoniche di alcuni parlamentari senza l’autorizzazione del Parlamento, nell’ambito  delle indagini “Why not?” sull'esistenza i una lobby di potere politica   con collegamenti con la massoneria.


  • Sarebbe come a dire che  il giudice che ha autorizzato le intercettazioni telefoniche sul  Bossetti, (il presunto  assassino di Yara Gambirasio )  dovrebbe essere condannato   perché non ha avuto l’autorizzazione da parte dello stesso  Bossetti  di indagare sul suo telefonino.
Con la condanna del sindaco De Magistris il mondo politico  ha voluto lanciare un minaccioso  messaggio trasversale mafioso-massonico  a quanti in futuro si azzardassero a voler indagare  sulla loro casta.
  
Attenti, sembrano voler dire  con questa sentenza,   perché siamo in grado non solo di farvi interrompere le indagini su di noi ( o sui nostri amici o sugli amici dei nostri  amici),  ma siamo capaci pure di  farvi condannare rovinandovi  così  tutte le vostre aspettative  di carriera e quant’altro.

Infatti la condanna  del sindaco è proprio la prova provata che  la lobby mafioso massonica su cui si indagava esiste per davvero ed ha  tuttora  un grande potere, al punto da riuscire ad influenzare il giudizio di  alcuni componenti della magistratura per  ottenere la condanna  esemplare del De Magistris, anche se costui non stava facendo altro che il proprio dovere di magistrato inquirente.

Parte da  qui il suo rifiuto in un primo tempo di dimettersi da sindaco per chiara   sentenza sbagliata e di parte nel favorire  gli indagati, salvo poi   ricredersi e  accettare   l’ordine perentorio  della Prefettura.

Nel caso del sindaco   De Magistris, nel frattempo  i veri danneggiati  dalla sentenza sono i cittadini della città di Napoli  che hanno  avuto fiducia in lui   e che ora  vengono  privati  dell’ impegno  e del  lavoro amministrativo  del miglior sindaco che mai abbiano  avuto negli ultimi cinquant'anni. 



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