Il 2008 è stato un brutto anno per alcune città: Roma ladrona, Milano licenziona, Napoli puzzona ed ora anche pazzona.
2008 has been an ugly year for our cities: Rome great thief, Milan that dismisses the workers, Naples that malodorous and now also crazy is.
Meno male che il 2008 se n’è andato fuori dai piedi.
E’ stato un annus horribilis per alcune delle nostre principali città.
Nella Roma politica ha continuato ad imperversare la casta ed il malcostume ad essa collegato: intercettazioni e scandali su scandali; praticamente non c’è stato uomo politico che non sia stato sfiorato da qualche scandalo privato o pubblico.
La Roma politica anche nel 2008 si è meritata in pieno l’appellativo di “Roma ladrona”.
Più su, nella Milano che veniva chiamata la capitale economica d’Italia, il 2008 ha lasciato dietro di sé lacrime e sangue.
Imperi economici sull’orlo del fallimento, aziende chiuse o decotte, licenziamenti e prepensionamenti a milionate, problemi di convivenza, di sicurezza e di usanze religiose con gli extracomunitari: tutto un miscuglio di situazioni poco o mal gestito dalle autorità regionali e municipali.
La capitale del Sud, Napoli, diventata nell’anno scorso la capitale mondiale della monnezza e della sporcizia.
Una delle città più belle del mondo ridotta da far schifo.
Amministrata da una giunta regionale accusata di incapacità e mala gestione, e tuttavia col sedere incollato dal vinavil alle poltrone del potere.
Una città con una sindaco incapace e stranita al punto da non capire neppure oggi cosa sia successo sotto la sua direzione, e con un buon numero di assessori inquisiti e almeno provvisoriamente incarcerati.
Mettendo in campo il Governo nazionale, l’Esercito, la Protezione civile e le migliori capacità della nazione, si è poi riusciti a ripulirla, questa benedetta città che noi per primi amiamo e che ci piange il cuore dover criticare, ma evidentemente le esalazioni mefitiche della immondizia accatastata per mesi e mesi nelle strade, sono entrate nel cervello della popolazione ammorbandone le capacità intellettive.
Non si spiega altrimenti il fatto che, aboliti da anni in Italia i manicomi, tutti i pazzi si siano dati convegno e casa a Napoli.
Leggiamo, a dimostrazione del concetto, questa cronaca di quanto è successo in città la notte di Capodanno, nella quale è stato ucciso da un proiettile vagante un ragazzo che assisteva ai fuochi dal terrazzo della sua abitazione.
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“Nicola è stato ucciso da un intero quartiere” – è il duro sfogo di uno dei suoi migliori amici – “Siamo tutti colpevoli.
In questo quartiere, la notte di Capodanno ha sparato l’ottanta per cento della popolazione: anziani, adulti e ragazzi. Ed anche qualcuno tra gli stessi amici di Nicola”.
Concordano i commercianti del posto: “Già alle ore 18.30 giravano diverse persone sui motorini, con i caschi integrali e le pistole in pugno”.
Un macellaio afferma di aver chiamato più volte, inutilmente, la polizia “perché a quell’ora in strada c’erano ancora molti bambini”.
“Ma nessun agente verrà mai a rischiare la vita qui “ – commenta amaramente un tabaccaio – “Il mattino del primo gennaio c’era un tappeto di bossoli di proiettili sull’asfalto di ogni vicolo”.
Povere città. Povera Italia.
Speriamo che il 2009 sia migliore.
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