A picture looking for a title.\
Chi è che dà il titolo ai quadri?
Forse l’autore stesso, forse la critica, forse il pubblico.
Se il quadro raffigura Napoleone a cavallo, il titolo probabilmente sarà “Napoleone a cavallo”.
Se mostra una veduta del Canal Grande di Venezia, il titolo verosimilmente sarà “ Canal Grande”.
La “Venere” di Botticelli è logico che dovesse chiamarsi così
Ma se il quadro mostra la scena qui illustrata, che titolo dovrà avere?
Chi glielo darà, se l’autore non ha detto esattamente cosa voleva rappresentare?
Noi del bar siamo divisi su molte cose, ma in particolare lo siamo sul titolo da dare a questo quadro esposto in una saletta interna del locale che frequentiamo.
Il padrone del bar dice che non si è mai posto il problema.
Il quadro glielo ha lasciato in eredità suo padre con tutto il resto del locale, e lui lo ha sempre visto in quella saletta del bar.
A noi invece la cosa ci ha intrigato, e sovente ne discutiamo.
Per alcuni il quadro rappresenta " La fame" (forse a causa dell’unica scodella che si presuppone vuota sulla tavola spoglia).
Altri lo chiamano "L’attesa" (di una persona che deve arrivare? Di un mondo e di un futuro migliore che i personaggi intravedono al di là della finestra?)
Per altri il titolo da dare è "La miseria", oppure "Il pianto di una bimba sulle ginocchia della madre", e via con altri titoli simili.
Il Professore, che è superstizioso, dice che il titolo più appropriato dovrebbe essere "La sfiga del gatto nero", a causa del gatto rappresentato ai piedi della bimba piangente o dormiente., perché una famiglia così angosciata e triste lui non l’ha mai vista rappresentata in un quadro.
Certo, sono d’accordo con lui, l’atmosfera generale non ti induce a un ottimismi sfrenato , bensì ti indirizza di più verso una riflessione pacata sul ruolo della famiglia , sui figli, sul lavoro che forse non c’è, sul bilancio familiare che non sembra essere molto florido. etc etc.
Forse scene così, nell’ attuale momento di crisi economica mondiale , in cui si è perso il posto di lavoro e un futuro sereno sembra più legato a una vincita al Gratta e vinci o al Superenalotto che alla ripresa dell’economia, stanno accadendo in molte famiglie .
Si stà lì, immobili, a braccia conserte, a guardare fuori dalla finestra, interrogandoci sul futuro che ci aspetta, per noi e per i nostri figli.
Ecco, io per me, lo chiamerei "L’infelicità della disoccupazione", ma alcuni mi dicono che sono troppo pessimista.
Mah!, l’unica cosa certa è che questo quadro è ancora in attesa di un titolo.
Chi volesse cimentarsi nell’impresa,
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Titoli finora pervenuti:
- La crisi economica dei primi anni 2000
- Le conseguenze familiari del precariato in Italia.
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