14 giugno 2010

115.0) L'inno di Mameli, a chi piace, a chi no!

L'inno di Mameli, a chi piace, a chi no!

In questi giorni è tutto un susseguirsi di polemiche sull’inno d’Italia.
In occasione del 2 giugno – festa della Repubblica – a Varese, alla presenza del ministro leghista Roberto Maroni, l’ inno è stato sostituito da una canzoncina per bambini.
Qualche giorno fa, a Treviso, all’inaugurazione di una scuola alla presenza del Presidente della Regione Veneto on. Zaia, l’inno è stato sostituito dal “Va Pensiero” di G. Verdi.

(Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!)


In effetti c’è da dire che la prima strofa dell’inno di Mameli, quella che di solito si suona e canta, è, quanto ai versi, alquanto bruttina.

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.


Vi si parla di un elmo di Scipio, che nessuno sa cosa sia ( forse una marca di caschi per motociclisti?), ci si chiede poi dove sia andata a finire la sig.ra Vittoria (che sia scappata con l’amante di turno?), infine si invitano gli italiani a porgere la chioma(???)( e chi è già pelato di suo, cosa deve porgere? e a chi poi ?), perché l’Italia è destinata ad essere schiava di Roma (dovremo quindi subire in eterno le nefandezze della nostra classe politica romana?).

Non ci si deve quindi meravigliare se la maggioranza degli italiani ha difficoltà a trovarsi in sintonia con questi concetti incomprensibili, e se un simpatizzante della lega nord decida di non cantare la frase in cui si dice che che gli italiani sono schiavi dell’odiata Roma ladrona.

Eppure, a mio parere, basterebbe sostituire la seconda strofa dell’inno alla prima, per rendercelo più accettabile nel contenuto dei versi, e quindi più comprensibile e amato da tutti gli italiani.

La seconda strofa recita:

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.


 Qui si parla di un popolo stanco di essere deriso da tutti per le proprie divisioni interne e quindi debole e destinato ad essere soggiogato dagli altri, e si accenna ad un moto di orgoglio nazionale destinato a fare dell’Italia una grande Nazione unita.

E d'altronde gli stessi concetti sono svolti nel “Va pensiero” di Verdi, tanto caro ai leghisti, solo che in quest’ultima ode è il popolo ebreo quello chiamato a ribellarsi ad un destino di schiavitù, e non il popolo italiano.

La mia proposta è quindi quella di abolire dall’inno di Mameli la prima strofa, perché parzialmente incomprensibile ed addirittura inaccettabile per alcuni di noi, sostituendola con la seconda strofa.
Sono certo che così l’inno di Mameli tornerà ad essere un inno che unisce gli italiani di ogni parte politica.


E uniti vinceremo!


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1 commento:

  1. e va be... le parole dell'inno Italiano faranno anche pena ma consoliamoci ascoltanto l'inno francese che è ancora peggio.

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