Temporali fuori e dentro di noi.
Stamattina, mentre guidavo l’automobile, un temporale di una violenza inaudita mi ha colpito.
Tuoni, lampi, fulmini e chicchi di grandine grossi come palline da ping pong.
Buio sulla terra com fosse notte, tanto che i lampioni delle strade si sono improvvisamente accesi, salvo poi spegnersi del tutto, dopo qualche momento, quando l’Enel, per paura dei fulmini sulle centraline, ha staccato la spina.
Semafori fuori uso e senza alcun lampeggio.
Il tutto è durato una buona mezz’ora e per fortuna sono riuscito a fermarmi al riparo sotto un cavalcavia della superstrada con altri malcapitati automobilisti.
Parlando tra di noi, quello che ci stupiva non era tanto il fatto che ci fossero dei temporali, che anzi in questa stagione, con il caldo che faceva erano i benvenuti, ma come mai essi fossero così’ potenti e distruttivi rispetto al passato.
Il mio compagno di viaggio, l’amico fraterno Frate Antonio da Bergamo, si è improvvisato allora "cicerone" ed ha sfoderato agli astanti , riuniti in un gruppetto sotto il cavalcavia, nel perdurare del temporale, tutto il suo sapere sull’argomento “clima temporalesco”.
E' purtroppo vero ci informò, che oggi , a causa del surriscaldamento dell’atmosfera cittadina i temporali sulle città sono diventati più violenti, che nei decenni scorsi.
La causa di questi temporali quasi apocalittici è dovuta al fatto che l’aria umida e molto fresca di provenienza atlantica si scontra con l’aria calda sospinta sulla Penisola da un robusto anticiclone africano, formando così una miscela “esplosiva”.
Lo scontro tra due masse d’aria così diverse, produce un numero incredibilmente alto di temporali particolarmente violenti e dagli effetti disastrosi, con grandinate eccezionali, trombe d’aria, fulmini e a volte catastrofiche alluvioni.
Ma la vera causa di questo incattivirsi dei temporali estivi è dovuta al fatto che l’anticiclone delle Azzorre, che porta con sé aria fresca atlantica e garantisce alla nostra penisola clima stabile estivo, da qualche tempo è latitante, e lascia che il vero padrone del Mediterraneo sia l’ anticiclone africano, portatore di aria calda subsahariana.
Se poi alla latitanza dell’anticiclone delle Azzorre si sommano anche il deterioramento dell’effetto serra, (a causa del buco dell’ozono) e il surriscaldamento del Globo, l’instabilità del clima estivo è assicurata e gli scontri violenti tra masse di aria calda e fredda si fanno sempre più numerosi e violenti.
L’effetto serra è la capacità dell’atmosfera di trattenere più o meno calore al suo interno e quindi esso, regola le escursioni di temperatura fra il giorno e la notte e fra le zone in ombra e quelle illuminate.
Infatti la superficie terrestre viene riscaldata sfruttando l'energia proveniente dal Sole in due modi: per 1/3 grazie all'assorbimento diretto dell'energia proveniente dal Sole e per 2/3 a causa della chiusura dell'atmosfera che trattiene, grazie all'effetto serra, l'energia "solare" rimandata in alto dalla superficie terrestre sotto forma di radiazione infrarossa (l'atmosfera infatti non è scaldata direttamente dai raggi solari ma dalla superficie terrestre che assorbe e respinge in alto i raggi solari).
Se non ci fosse l’effetto serra,la temperatura media sulla superficie della Terra sarebbe di circa -18 C ( meno 18 gradi) mentre, grazie ad esso, il valore reale effettivo è di circa +14 C,( più 14 gradi) ovvero molto al di sopra del punto di congelamento dell'acqua, consentendo così la vita come la conosciamo.
Nel sistema solare, oltre che sulla Terra, l'effetto serra regola le condizioni termiche su Marte, Venere e Titano ed è per questo che qualcuno ogni tanto pensa che su tali pianeti forse ci sia possibilità di vita.
Se l’effetto serra viene alterato, ad esempio con la creazione di buchi nell’ozono, i raggi solari penetrano più facilmente nell’atmosfera, producendo guai gravissimi di surriscaldamento.
Infatti i buchi nell’ozono riducono lo strato di ozono che funge da filtro contro le radiazioni ultraviolette dei raggi solari che sono dannose oltre che per la salute dell’uomo, per la fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti) e portano alla distruzione di frazioni importanti del plancton che è alla base della catena alimentare marina.
Purtroppo l’uomo, credendosi il padrone della terra, contribuisce con i suoi comportamenti scriteriati a creare buchi nell’ozono inquinando l’ atmosfera con la continua e crescente combustione di fonti fossili a scopo energetico, con la deforestazione tropicale, e con la produzione dei gas CFC emessi quotidianamente dalle ciminiere delle industrie: che determinano un aumento in atmosfera dell'anidride carbonica (CO2), del metano (CH4), del protossido di azoto o ossido di azoto (N2O) e dell'ozono (O3) innalzando così di qualche grado l'effetto serra naturale .
Ricordandosi della veste che portava, frate Antonio da Bergamo ha poi approfittato dell’occasione per fare un parallelo tra l’aumentata violenza dei fenomeni temporaleschi della natura e l’aumento della violenza dentro il cuore umano.
Infatti delitti, ruberie, corruzione, malversazioni e comportamenti scorretti anche da parte di persone che fino ad ieri venivano ritenute modello di virtù, sono ormai all’ordine del giorno e ci fanno capire come anche nell’animo umano siano venuti a crearsi dei buchi nello strato di rispettabilità che circonda la nostra coscienza.
E tutto questo a causa dello smodato desiderio di apparire, di possedere, di primeggiare , di farsi notare, di distinguersi dalla massa e dal gregge, avendo ormai abbandonato la strada che la millenaria voce del Signore ci aveva finora indicato, magari fatta di sentieri impervi e stretti, da percorrere con sacrificio ma che tuttavia portavano alla meta, per imboccare l’autostrada dei nostri vizi, larga, in discesa e ben asfaltata, ma ricca di insidie e pericoli mortali per la nostra sopravvivenza spirituale.
Al termine di questa dotta lezione di "clima temporalesco dentro e fuori di noi", (il temporale nel frattempo si era attenuato) , ci siamo lasciati ringraziando con un caloroso applauso il nostro cicerone, e ripartendo ognuno di noi per la propria destinazione.
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