pota pota blog: 133.0) I ricordi del Trofio: 2) Don Enrico

5 agosto 2010

133.0) I ricordi del Trofio: 2) Don Enrico

Don Enrico

Don Enrico era il vicedirettore dell’Orfanotrofio.
Era un bell’uomo, alto , magro, dai tratti signorili.
Ed era molto intelligente, quindi di animo buono.
Severo, ma buono.
Tutto doveva funzionare bene.
Egli non tollerava il disordine o la pigrizia.

Al mattino, dopo la messa, la colazione e un quarto d’ora di ricreazione, ci si recava nello studio per preparare la cartella con i libri e i quaderni da portare a scuola.
Egli allora chiamava a caso due o tre di noi e si faceva consegnare il diario o il quaderno dei compiti e se per caso trovava una “ nota” o un voto inferiore al 5, ordinava al malcapitato di uscire un attimo dallo studio.

Poi usciva egli stesso, e noi all’interno sentivamo lo "Slam"di uno sberlone e uno strillo di pianto del nostro compagno, il quale, trascorsi due minuti rientrava in studio con un braccio a coprirsi il volto sul quale risultavano chiari i segni delle cinque dita della mano di don Enrico.
E si può stare certi che per qualche giorno quell’allievo non avrebbe più preso “ note” sul diario o voti inferiori al 5.

Ma Don Enrico aveva una malattia.

Ogni tanto al mattino gli si gonfiavano le labbra e gli occhi e il suo viso diventava, ai nostri occhi, pauroso e mostruoso.
Mi ricordo la prima volta che accadde.
Stava celebrando la messa del mattino, col rito di quei tempi e cioè con le spalle rivolte ai fedeli, e ad un certo punto, si dovette voltare verso i fedeli, come prevedeva il rito, per recitare il “ Dominus vobiscum” “ il Signore sia con voi”, e solo allora ci accorgemmo con raccapriccio del suo viso deformato dalla malattia, e ci rimase, a noi tutti, in gola la risposta che avremmo dovuto dare di “ Et cum Spiritu tuo”.
Nessuno di noi rispose.

Però questa malattia gli passava dopo due o tre giorni e lo riassaliva a intervalli di mesi .
Nessuno di noi ha mai avuto il coraggio di chiedergli niente al riguardo, ma si vedeva che ci dispiaceva che un Vice direttore così bello e bravo e giusto avesse ogni tanto quegli attacchi di malattia.