Vogliono proprio farla questa maledetta linea ferroviaria ad alta velocità per il trasporto delle merci da Torino a Lione.
Chissà perchè si sono ormai intestarditi che bisogna proprio perforare le montagne di questa zona del Piemonte contenenti amianto e uranio, per far passare questo maledetto treno merci a 300 km. all’ora , invece di raddoppiare o triplicare la linea esistente costruita dai nostri nonni che si sono ben guardati dal perforare le montagne, consapevoli già da allora del pericolo ambientale e delle ricadute sulla salute della popolazione.
Lo scavo di due megagallerie comporterà lo spostamento di una montagna di 5 milioni di metri cubi di materiale dalla zona degli scavi verso delle apposite discariche da creare nei terreni agricoli della Val di Susa.
E tutto questo equivarrà alla creazione di un gigantesco cubo che cresce, giorno dopo giorno, camion che scarica dopo camion che scarica, fino a raggiungere quasi 200 metri per lato, fatto dal materiale di scarto della Torino – Lione.
Torna nella popolazione della zona la consapevolezza di essere al centro di un grosso sporco affare megamiliardario giocato sulle proprie spalle e rinasce la voglia di difendersi da una simile porcata.
Numerosi scienziati e persino i medici di base della Val di Susa, continuano a denunciare i pericoli dovuti alla presenza, nel materiale di scavo delle gallerie ,di amianto e uranio che rilasciano particelle molto pericolose per la salute pubblica se liberate in atmosfera o per le falde acquifere delle sorgenti se sotterrate in qualche gigantesca cava .
Ci si augura che i nostri politici, per una volta almeno, scelgano con realismo di praticare la via meno pericolosa per la la popolazione e la Natura, evitando a questa parte del territorio italiano un nuovo, sicuro e annunciato disastro ambientale.
Poi si piangerà.
Ma sarebbe meglio non arrivarci, a quel pianto.
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