17 settembre 2009

371) Di quante mancate costruzioni di moschee dobbiamo ringraziare il ministro Calderoli non lo sapremo mai.


Di quante mancate costruzioni di moschee dobbiamo ringraziare il ministro Calderoli non lo sapremo mai.

L’attuale ministro per la semplificazione burocratica On. Roberto Calderoli, leghista della prima ora, si è sempre opposto con tutte le sue forze alla diffusione di moschee islamiche sul territorio
italiano.
Non gli piacciono quelle distese di uomini scalzi sdraiati su un tappetino sui marciapiedi delle strade, tutti rivolti in direzione delle Mecca, che pregano salmodiando in lingua araba e neppure vuole che ad essi lo stato italiano conceda terreni e agevolazioni edilizie per costruire i loro luoghi di culto.

Egli afferma che i Paesi di origine di tutti questi musulmani mai e poi mai concederanno sul loro suolo ad una comunità di cristiani, ammesso che sia lecitamente tollerata, di erigere una chiesa cattolica per celebrarvi la liturgia cristiana.
Pertanto egli si oppone, da sempre, con tutte le sue forze alla costruzione di moschee in Italia, e in Padania in modo particolare.

Qualcuno ha incautamente fatto sapere al nostro ministro che i musulmani non possono esternare il loro culto religioso su luoghi immondi, luoghi cioè nei quali abbiano pascolato dei maiali, da essi ritenuti esseri impuri.
Come colpito da improvvisa illuminazione mentale, il Calderoli, per impedire la realizzazione pratica di moschee sul suolo patrio, per mesi ha girato l’Italia con un piccolo gregge di maialini facendoli pascolare sui luoghi dove era prevista l'odiata costruzione.

Siccome tuttavia il tenere sempre in efficienza un branco di maiali, cui bisogna dare adeguato nutrimento, e spostarlo da un luogo all’altro d’Italia con dei camion appositamente attrezzati comportava un certo costo economico che anche per le tasche della Lega cominciava ad essere rilevante, un alto dirigente del suo partito, forse per levarselo di torno e dalle scatole per un po’ di tempo, gli ha consigliato tra il serio e il faceto, di sostituirsi ai maiali e di recarsi egli stesso di persona a calpestare il terreno edificabile da trasformare in moschea, in quanto i musulmani consideravano ormai lui impuro al pari dei maiali.

Detto fatto, il Calderoli si è disfatto del gregge ed ora, si reca lui stesso a pascolare dove si caldeggia la costruzione di culto tanto odiata.
E siccome egli è un grande ed indefesso viaggiatore, è in continuo movimento per spostarsi a pascolare da una località all’altra.


Quante mancate costruzioni di moschee in Italia siano da conteggiare a merito del suo indomito pascolare forse non lo sa nemmeno lui, ma sicuramente sono tante.


La sua fama di oppositore del musulmanesimo ha varcato i confini nazionali ed è giunta perfino in Vaticano, dove oggi hanno pensato bene di assegnargli il premio internazionale “Giovanni Paolo II°, riconoscendo al Calderoli di avere, “nella sua azione politica, tutelato e promosso la sacralità della vita in armonia con i principi cristiani e con i valori ereditati dalla Dottrina Sociale della Chiesa cattolica.”.

E questo premio non gliel’ho assegnato io, ma il Presidente dell’Associazione Culturale cattolica Continente Uomo mons. Espedito De Marino assieme a mons. Giovanni Fabiano Presidente dell’Ordine dei Padri Mercedari.

Boh! Forse questi due non avevano niente di meglio da fare, perché assegnare un premio di tal fatta al ministro Roberto Calderoli è stata proprio una gran maialata.
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