Piccola storia di malasanità, tanto più odiosa in quanto potrebbe essere evitata.
Il medico mi ha prescritto una risonanza magnetica.
Vuole verificare che la Tia, l’attacco ischemico che ho subito non mi abbia lasciato delle conseguenze.
Mi presento al Centro Unico di Prenotazione dell’ospedale e mi viene assegnata tra 90 giorni la data per l’effettuazione dell’esame.
Fino ad allora tutto occupato. Neanche un posto disponibile, neppure per le urgenze.
Bene, mi dico, forse il medico ha esagerato col suo allarmismo., col mettermi fretta.
All’ospedale sanno quello che fanno. Si vede che posso aspettare.
Leggo sul giornale che ieri, domenica, durante la partita di calcio che la squadra della città ha disputato in serie A, un giocatore ha preso un pestone al piede e si teme una frattura di non so quali ossa o metacarpi, ed oggi, lunedì, gli sarà effettuata, presso l’ospedale cittadino una risonanza magnetica per stabilire l’entità dell’infortunio.
Ma come, mi dico, ma se non c’era posto neppure per le urgenze?
No, non è un altro ospedale, è proprio quello presso il quale a me hanno detto che per 90 giorni tutto era occupato, e nessun posto era disponibile.
Lui si e io no? Perché?
Posso capire che la fama del giocatore e l’urgenza di curarlo in modo adeguato, gli facciano aprire le porte di una struttura medica privata- chi più paga più ha la precedenza- , ma un ospedale pubblico deve avere altri criteri di precedenza che non siano quelli economici.
In una struttura pubblica, io ammalato normale, siccome per me paga l’Asl, cioè un’altra struttura pubblica, trovo le apparecchiature mediche tutte occupate.
Siamo di fronte a una struttura pubblica che non si fida di un’altra struttura pubblica.
Nello stesso ospedale pubblico, io ammalato famoso, che posso permettermi di pagare in contanti una prestazione sanitaria , trovo le apparecchiature mediche libere e disponibili.
E' un caso di strutura pubblica messa a disposizione dei privati, purchè possano permettersi di pagare.
Ma si potrebbe sapere una volta per tutte se queste apparecchiature sono libere o sono occupate?
Probabilmente la verità sta nel mezzo.
Per gli ammalati normali sono sotto utilizzate, sono a disposizione per qualche ora al giorno, mentre per i privati danarosi quasi quasi le farebbero funzionare pure di notte.
E tutto questo accade in una struttura pubblica, cioè sostenuta coi soldi di noi tutti, cittadini non evasori.
D’accordo è una piccola storia di malasanità, tanto piccola che non ci facciamo più neanche caso, eppure essendo una piccola storia sarebbe bello se non succedesse, e ci vuole poco a fare in modo che di piccole storie simili non ne succedano più.
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