Dal sito www.atalantini,com
Per i miei 4 lettori ho stralciato questo articolo che illustra la carriera sportiva e le malefatte del giocatore Doni, attualmente dentro e fuori dal carcere per l’inchiesta sul calcio-scommesse.
Carriera sportiva:
“Doni è stato uno dei migliori giocatori della serie A degli ultimi dieci anni anche se ha raccolto poco rispetto a quanto poteva promettere il suo talento.
Tecnico, col fiuto del gol e bello da vedere, Doni avrebbe meritato grandi palcoscenici ed il 2002 sembrava l’anno del grande salto: dopo tre grandi stagioni all’Atalanta viene convocato – da titolare – in Nazionale per i mondiali di Corea e Giappone dove però non incide e la carriera non decolla.
Un anno dopo va a Genova dove rimane due stagioni e poi a Maiorca per poi tornare a Bergamo.
La seconda esperienza a Bergamo comincia a 33 anni: a svernare nell’unico posto dove abbia davvero inciso, come grande promessa non mantenuta, si penserebbe.
Qui, però, qualcosa in lui si risveglia: torna il leader e l’uomo decisivo che era stato fino a quattro anni prima e inanella cinque stagioni per lui esaltanti.
- “Sono arrivato alla conclusione che per me questa è una maglia davvero speciale, quasi magica; forse la potrei scherzosamente avvicinare al costume che trasformava Clark Kent in Superman. Ogni volta che la indosso sento una forza e un’energia che mi permette di fare cose che altrimenti non riuscirei mai a fare”, dichiara, e l’amore è reciproco tanto che Bergamo lo fa cittadino onorario nel 2008 e lui diventa - da capitano – il miglior goleador della storia dell’Atalanta.
Carriera penale
”Doni venne inquisito già nell’agosto 2000 con l’accusa di essersi venduto una partita di coppa Italia.
Viene assolto e da allora esulta ad ogni gol alzando la testa con una mano a sostegno, si dice per ribadire un concetto esternato attraverso una dichiarazione durante il burrascoso periodo del processo: “ne uscirò a testa alta”.
Nel giugno 2011, nell’inchiesta “last bet” viene però di nuovo coinvolto in indagini legate alla compravendita di partite e viene squalificato per tre anni e sei mesi.
Gli elementi a suo carico sono pesanti: l’unica attenuante umana ma non sportiva è che, a quanto sembra, lui le partite dell’Atalanta le comprava sempre per vincere e per andare in Serie A.
A questo punto accade l’impensabile: squalificato, indagato e sotto costante controllo, lui imperterrito continua a lavorare sottobanco alle losche trame della compravendita di partite.
Sapendo di essere intercettato, sbeffeggia gli investigatori citando Fantozzi e “l’accento svedese”, scavandosi da solo una fossa non soltanto sportiva.
Se nella carriera calcistica aveva forse raccolto poco, sotto il profilo del rapporto con i tifosi aveva avuto tutto: una piazza pronta a ricordarlo per decenni a venire e una città che ne aveva fatto uno dei suoi personaggi più rappresentativi.
Di tutto ciò, quando Doni si sveglierà dall’incubo che sta vivendo, nessuno sa che cosa sarà rimasto."
fonte paperblog.com
di marcodalmen
Ps: povero milionario...dev'essere veramente dura: quanto fa pena vederlo uscire dal carcere col sacchetto della Iper pieno di biancheria sporca.
Ma se l'è cercata, e i sostenitori atalantini ormai gli han voltato le spalle e lo ignorano. Addirittura hanno chiesto alla Società di ritirare le maglie coi suoi numeri 27 e 72 e di mai più assegnarli ad alcun giocatore.
Lui negli interrogatori dice di averlo fatto per l'Atalanta, ma è la classica scusa che si inventa colui che è stato trovato con le mani nella marmellata, e nessuno gli crede prchè di certo il valore della società e la bravura dei suoi compagni non avevano bisogno delle sue malefatte per emergere.
O è di una stupidità abissale e sinceramente non sembrava , oppure è malato di scommesse, come gli alcolisti che non riescono a fare a meno di pensare alla bottiglia.
In entrambi i casi dovrà fare i conti con se stesso e con i suoi cari, dopo che ha perso la fiducia e l'appoggio di una città intera.
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