Il mio amico frate Antonio da
Bergamo mi ha mandato per Natale queste due righe.
“- A me san Giuseppe mi è
sempre piaciuto.
Che tipo strano san Giuseppe!
Era un bel giovanotto del suo
paese con il volto incorniciato da una
barbetta rossiccia e con un buon
mestiere in mano: un falegname che un giorno non lontano avrebbe avuto
una bottega tutta sua.
Le ragazze del paese se lo mangiavano con gli occhi, ma lui non le
filava per niente: lui correva dietro a
una tredicenne , la Maria,
che era la più bella di tutte ma sempre
in atteggiamento di preghiera e che , per di più, stava
facendo voto di verginità.
Non c’era verso di
parlare di sesso con lei, faceva
la schiva, ma a Giuseppe questo
atteggiamento responsabile piaceva e aveva perciò voluto fidanzarsi ufficialmente con lei.
Poi un giorno, un brutto
giorno, la Maria
gli viene a dire che è incinta, che è al secondo mese, che sta aspettando un
bambino.
Ma santa madonna- dice san
Giuseppe- un bambino, ma un bambino da
chi?
Con me niente, ma con gli
altri ci sei andata a letto, vero?
Con me facevi la
santarellina, e invece….
E così adesso
agli occhi paese io sarò fatto passare per cornuto, e tutti
rideranno di me .
Me l’ha fatta proprio grossa,
, la Maria.
Va bene la ripudierò e vada un po’ a farsi consolare da quello che
l’ha messa incinta, così potrò sapere chi è e se mi gira potrò anche dargli una bella lezione a suon
di botte.
Ma no, ma no, è impossibile
che la Maria mi abbia fatto questo torto.
E’ mai possibile? Forse
scherzava. non vedi con che aria da innocentina
mi ha detto che aspetta un figlio, dice
che è stato un angelo, dice che lei non ha fatto niente di male.
Sì certo, un angelo, ma con una mazza grossa così
in mezzo alle gambe, che se lo prendo
gli strappo via le ali.
Altro che di un essere
tutto spirituale, di un angelo di carne
deve essersi trattato.
E la Maria, perché si sta
inventando tutta questa storia dell’angelo invece di dirmi chiaramente che non
le piacevo e che ha preferito fare sesso
con un altro, magari un giovanotto di un paese qui nei dintorni?
Se non le piacevo più me lo
diceva e pazienza, libera lei di trovarsi un altro giovane e io di trovarmi un’altra
ragazza.
Se mi dicesse, anche adesso,
la verità, la verità vera, io a questo punto
magari la perdonerei, ma essere preso
in giro con delle storie assurde di angeli
sessuofobi, questo non mi garba perché a nessuno piace passare per stupido.
Meglio la verità per nuda e
cruda che sia.
Povero Giuseppe.!
Mentre si rivoltava sudato nel letto, con la febbre a quaranta gradi, con questi pensieri in mente,
insonne, agitato e incerto sul da
farsi, non succede che gli si presenta davanti, come in sogno, un angelo, forse quello stesso su cui voleva
mettere le mani per suonargliele, che gli dice che è tutto vero quello che la Maria gli ha detto, che il
figlio in arrivo non è suo, dell’angelo, ma addirittura di Dio e che la Maria, la sua promessa sposa non solo è ancora vergine anche se incinta e tale rimarrà anche dopo il parto, ma è quella famosa vergine scelta da Dio per mettere al
mondo il figlio di Dio di cui da secoli
parlano tutte le scritture che egli Giuseppe, assieme agli altri abitanti del paese ascolta nella sinagoga tutti i sabato sera.
Roba da svegliarsi con la mente rintronata .
Eppure, sebbene frastornato,
Giuseppe ritrova la fiducia in quello che Maria gli ha raccontato, e anche
se con il pancione, se la sposa davanti a tutto il paese.
Di lì a qualche mese nasce il
bimbo, in un contesto di povertà tale
che Giuseppe potrebbe anche avere il
diritto di pensare che non del figlio di Dio si tratti.
Ma subito certi
avvenimenti gli fanno
intuire che qualcosa di straordinario attorno a
a lui, a Maria e al bambino sta
accadendo.
Misteriose luci notturne di stelle cadenti ,
canti di angeli, pastori che accorrono con le loro greggi, Re Magi del
lontano Oriente che portano doni : si, si, ormai Giuseppe
ha capito che quel bambino è un
dono speciale venuto dal cielo, ed egli ha deciso: si comporterà verso di lui
come il suo vero padre terreno.
E’ costretto quindi col passare
degli anni, per proteggere questo figlio dall’orrore del potente re Erode, a fuggire
con la sua famigliola in Egitto e
stare esiliato in una terra straniera.
Alla fine, calmatesi le
acque, il rientro in patria e lo
stabilirsi a Nazareth dove si
ricomincia tutto da capo, col metter su bottega di falegname , cercare
clienti e farsi apprezzare come artigiano per poter sfamare la famiglia.
E, quando ormai non ci pensava più, è Gesù stesso, ormai quasi adolescente,
a farlo passare per cornuto davanti alla gente del suo nuovo paese.
Era successo che Giuseppe e
Maria avevano perso di vista il loro
figliolo durante un pellegrinaggio in
carovana a Gerusalemme, e dopo averlo cercato con angoscia e timore lo avevano ritrovato dopo tre giorni nel tempio, intento a predicare
addirittura ai sacerdoti.
-Figliolo, non sapevi che tua
madre ed io ti stavamo cercando?-
-E perché mi cercavate? Non
sapete che io devo fare quello che mi dice di fare il padre mio?-
E qui a ognuno di noi, padri normali
di figli normali, un bello scapaccione sul volto del ragazzo ci sarebbe uscito dalle mani, ma a Giuseppe no.
Eppure, stava succedendo che davanti
a tutti nel tempio, davanti a una folla
e a una schiera di sacerdoti e sapienti
e potenti della città, quel marmocchio stava
dicendo a me, Giuseppe, suo
padre, che io non ero il suo vero padre, che ero semplicemente e nient’altro
che un cornuto bello e buono e che lui non aveva il dovere di obbedire
ai miei ordini, ma che obbediva solo
agli ordini del suo vero padre, suscitando la curiosità e le risatine della gente lì attorno.
Gesù mi stava umiliando
davanti a tutti!
E io Giuseppe, che cosa ho
fatto?
Niente, ho chinato il capo, ho preso
per mano Gesù, ho stretto Maria forte forte a me e , me ne sono
tornato con loro all’accampamento , alla carovana e poi a casa.
Oh!, San Giuseppe: sei un forte!
A me san Giuseppe mi è sempre piaciuto.
Buon Natale a tutti”.-
Anche a te, caro Frate Antonio da Bergamo, amico mio, tanti auguri.
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