Sono, o meglio ero fino a venerdi 13 gennaio notte, il comandante della nave da crociera Costa Concordia.
Adesso non so più chi sono, perchè mi trovo sotto continuo interrogatorio in questa stanzetta buia di una piccola stazione dei carabinieri a Porto santo Stefano.
Un carabiniere in divisa sta battendo con due dita sulla tastiera di un computer, in Word, le mie dichiarazioni in risposta alle domande che mi vengono rivolte da un gruppo di magistrati.
Devo spiegare loro perchè con la mia nave ero lì, così vicino alla riva, perchè sono sceso dalla nave prima che tutti i passeggeri si fossero messi in salvo etc,. etc.
Mi rendo conto che mi stanno trattando come fossi un criminale, ma io criminale non mi sento e non lo sono.
Anzi sono un brav’uomo, legato alla famiglia e alle buone abitudini del mio paese: appena messo piede a terra ho subito telefonato alla mia anziana mamma Rosa per rassicurarla sulle mie condizioni di salute .Non volevo che stesse in pensiero per me, magari vedendo la notizia della mia nave al telegiornale.
Guardate che fino a tre giorni fa io ero un Comandante di nave.
E non una nave qualunque: una nave da crociera, di quelle da sogno.
E non una nave qualunque: una nave da crociera, di quelle da sogno.
Ero qualcuno, non ero uno sciocco come adesso mi state dicendo, ero responsabile della vita di 4300 persone.
Ero una persona riverita, ossequiata, forse anche un po’ sopravvalutata, lo ammetto, ma ero e rimango un bravo e onest'uomo.
Ho solo ceduto a un attimo di follia,che m'ha preso all'improvviso e che a parità di condizioni avrebbe preso un pò tutti.
Ascoltatemi: come sempre, come d’abitudine ormai, con la mia nave, partita due ore prima da Civitavecchia per Savona, al largo dell’isola del Giglio ho dato disposizioni di avvicinarsi il più possibile all’isola per far felici gli albergatori locali e i tanti turisti che avrebbero potuto filmare e fotografare il passaggio vicino a riva della grande nave illuminata a giorno con le sirene spiegate per salutare.
Persino il grande regista Fellini aveva immortalato una scena simile in un suo famoso film premiato con l'Oscar.
Far felici i passeggeri della mia nave e perchè no anche i turisti delle località presso le quali navigavamo era per me e per la mia Compagnia quasi un dovere. Il turismo in Italia si incoraggia anche così.
Persino il grande regista Fellini aveva immortalato una scena simile in un suo famoso film premiato con l'Oscar.
Far felici i passeggeri della mia nave e perchè no anche i turisti delle località presso le quali navigavamo era per me e per la mia Compagnia quasi un dovere. Il turismo in Italia si incoraggia anche così.
Ascoltatemi, o voi che mi interrogate: tante volte l’ho fatta questa manovra , e non è mai successo niente, anzi mi venivano poi inviati sulla nave dei fax di ringraziamento per l’attrattiva turistica che avevo in questo modo incoraggiato.
Ma quella maledetta sera di tre sere fa, uno spuntone di roccia che prima lì non c’era mai stato,non ti salta fuori dall’acqua e non si va ad incastrare nella chiglia della mia nave perforandola per una settantina di metri?
Altro che ricevere i complimenti dell'Azienda Turistica provinciale, questa volta il mio destino in un minuto è canbiato improvvisamente, per colpa di quel maledetto spuntone di roccia che qualcuno ha messo lì per farmi dispetto, per rovinarmi, per incastrarmi.
E forse anche per rovinare la mia Compagnia di navigazione, ma se è così son cose più grandi di me e non ci posso fare niente.
E forse anche per rovinare la mia Compagnia di navigazione, ma se è così son cose più grandi di me e non ci posso fare niente.
Insomma, salta la luce, i generatori di emergenza non si attivano, la nave sobbalza e si inclina, la gente si allarma, il panico si diffonde, e io non capisco più niente.
Mi sono avvicinato forse un pò troppo alla costa. Sono un uomo rovinato.
Mi sono avvicinato forse un pò troppo alla costa. Sono un uomo rovinato.
Sono un Comandante da cacciare via. Il mio cervello va in tilt.
Fusion!
Non sono più connesso!
Sento che mi supplicano di chiamare aiuto: no, no e poi no, ma lo volete capire che sarei un Comandante finito?
Proviamo invece a far finta di niente e lasciamo che la gente si spaventi un pò: avranno un'avventura in più da raccontare al termine della crociera.
Nel frattempo cerchiamo di raddrizzare la nave e andiamo avanti nella nostra rotta verso Savona.
Poi una volta là giunti, vedremo di capire cosa è successo e con qualche giorno di riparazione al massimo, la nave potrà riprendere la sua crociera.
Mi daranno qualche mese di sospensione dallo stipendio per essermi avvicinato troppo agli scogli, ma insomma, forse me lo merito.
D'ora innanzi all'isola del Giglio girerò al largo.
Perchè la nave, la nave che io comando, la nostra nave è inaffondabile e non sarà mica un maligno spuntone di roccia che prima non c'era a rovinarci la vita.
E così, preso dalla paura per le conseguenze sulla mia carriera, ho tentennato, ho tergiversato e solamente dopo un'ora ho dovuto dare ascolto a chi mi supplicava di dare l'allarme perchè la nave si piegava ancor di più su se stessa.
Sempre più impaurito e frastornato mi sono anche reso conto che i miei marinai non sapevano affrontare l'emergenza e che tutta una serie di ordini logici essi attendevano che io impartissi loro
Tutto io dovevo dunque fare! Tutto sulle mie spalle!
Ma santo Iddio, se erano impreparati loro, perchè avrei dovuto essere proprio io l'unica persona preparata ad affrontare il rischio di naufragio?
La mia testa, appesantita da questi pensieri mi rintronava dentro , e per qualche istante ho temuto che mi venisse un ictus al cervello, il che, forse, ragionandoci adesso, mi è proprio successo, perchè ho udito con le mie orecchie che stavo dando ordine di preparare una barca per farmi calare a terra, quasi primo tra i primi a fuggire dalla nave maledetta.
E sì che sono sempre stato un marinaio coraggioso.
Ho riso di gusto quando mi dissero di non passare troppo vicinio all'Isola del Giglio il giorno di venerdì 13.
E ho riso anche quando, anni prima al varo della nave, la bottiglia non si ruppe.
Ho riso, è vero, ma forse avrei fatto meglio a non ridere.
Adesso sono un uomo rovinato: neanche l'accortezza di spiegare alla Capitaneria di porto e a questi giudici che mi interrogano che si, sono stato tra i primi a scendere dalla nave, ma l'ho fatto per poter spiegare a viva voce e di persona ai soccorritori quanto stava accadendio sulla mia nave, insomma perchè essi potessero organizzare al meglio i soccorsi.
Invece adesso sono qui accusato anche di esserte un vigliacco.
Ma che ne so, io di quello che è realmente accaduto quella maledetta sera sulla mia nave?
Il mio cervelo è andato in tilt, ed ancora adesso non si è ripreso.
Mi sembra ancora di vivere come in sogno, e che quanto accade non stia accadendo a me, ma a una persona che mi assomiglia , ad un altro comandante che però ha il mio stesso nome e che farebbero bene a punire perchè si sta spacciando per me.
Io mai e poi mai sarei fuggito dalla mia nave.
Questo codardo che si spaccia per me invece lo ha fatto ed è bene che lo puniate. Ha lasciato nel panico 4300 persone e forse ci saranno magari stati dei morti o dei dispersi.
Punitelo, punitelo e che la punizione sia esemplare!
Quanto a me , smettete di interrogarmi e mandatemi invece a casa dalla mia mamma Rosa, che ormai sarà davvero in pensiero per me.
Solo a casa mia, tra i miei, forse il mio cervello prima o poi riuscirà a riconnettersi, a ricostruire e a farsi una ragione di quel che è veramente successo.
Ed allora un giorno ve lo racconterò.
Fusion!
Non sono più connesso!
Sento che mi supplicano di chiamare aiuto: no, no e poi no, ma lo volete capire che sarei un Comandante finito?
Proviamo invece a far finta di niente e lasciamo che la gente si spaventi un pò: avranno un'avventura in più da raccontare al termine della crociera.
Nel frattempo cerchiamo di raddrizzare la nave e andiamo avanti nella nostra rotta verso Savona.
Poi una volta là giunti, vedremo di capire cosa è successo e con qualche giorno di riparazione al massimo, la nave potrà riprendere la sua crociera.
Mi daranno qualche mese di sospensione dallo stipendio per essermi avvicinato troppo agli scogli, ma insomma, forse me lo merito.
D'ora innanzi all'isola del Giglio girerò al largo.
Perchè la nave, la nave che io comando, la nostra nave è inaffondabile e non sarà mica un maligno spuntone di roccia che prima non c'era a rovinarci la vita.
E così, preso dalla paura per le conseguenze sulla mia carriera, ho tentennato, ho tergiversato e solamente dopo un'ora ho dovuto dare ascolto a chi mi supplicava di dare l'allarme perchè la nave si piegava ancor di più su se stessa.
Sempre più impaurito e frastornato mi sono anche reso conto che i miei marinai non sapevano affrontare l'emergenza e che tutta una serie di ordini logici essi attendevano che io impartissi loro
Tutto io dovevo dunque fare! Tutto sulle mie spalle!
Ma santo Iddio, se erano impreparati loro, perchè avrei dovuto essere proprio io l'unica persona preparata ad affrontare il rischio di naufragio?
La mia testa, appesantita da questi pensieri mi rintronava dentro , e per qualche istante ho temuto che mi venisse un ictus al cervello, il che, forse, ragionandoci adesso, mi è proprio successo, perchè ho udito con le mie orecchie che stavo dando ordine di preparare una barca per farmi calare a terra, quasi primo tra i primi a fuggire dalla nave maledetta.
E sì che sono sempre stato un marinaio coraggioso.
Ho riso di gusto quando mi dissero di non passare troppo vicinio all'Isola del Giglio il giorno di venerdì 13.
E ho riso anche quando, anni prima al varo della nave, la bottiglia non si ruppe.
Ho riso, è vero, ma forse avrei fatto meglio a non ridere.
Adesso sono un uomo rovinato: neanche l'accortezza di spiegare alla Capitaneria di porto e a questi giudici che mi interrogano che si, sono stato tra i primi a scendere dalla nave, ma l'ho fatto per poter spiegare a viva voce e di persona ai soccorritori quanto stava accadendio sulla mia nave, insomma perchè essi potessero organizzare al meglio i soccorsi.
Invece adesso sono qui accusato anche di esserte un vigliacco.
Ma che ne so, io di quello che è realmente accaduto quella maledetta sera sulla mia nave?
Il mio cervelo è andato in tilt, ed ancora adesso non si è ripreso.
Mi sembra ancora di vivere come in sogno, e che quanto accade non stia accadendo a me, ma a una persona che mi assomiglia , ad un altro comandante che però ha il mio stesso nome e che farebbero bene a punire perchè si sta spacciando per me.
Io mai e poi mai sarei fuggito dalla mia nave.
Questo codardo che si spaccia per me invece lo ha fatto ed è bene che lo puniate. Ha lasciato nel panico 4300 persone e forse ci saranno magari stati dei morti o dei dispersi.
Punitelo, punitelo e che la punizione sia esemplare!
Quanto a me , smettete di interrogarmi e mandatemi invece a casa dalla mia mamma Rosa, che ormai sarà davvero in pensiero per me.
Solo a casa mia, tra i miei, forse il mio cervello prima o poi riuscirà a riconnettersi, a ricostruire e a farsi una ragione di quel che è veramente successo.
Ed allora un giorno ve lo racconterò.
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