La signora Fornero,
attuale ministro del lavoro nel governo
Monti, rivolgendosi ai giovani
disoccupati italiani ha detto loro di imparare ad essere
“meno schizzinosi” nella
scelta del posto di lavoro che viene
loro proposto.
Peccato che la
ministra non
abbia ancora capito che in questi tempi
di crisi economica di posti di lavoro
per i giovani non se ne parla neppure.
Gli unici posti che
vengono
proposti ai giovani disoccupati italiani sono ormai o lo
spaccio di droga o il fare da palo in una qualche
attività criminosa.
Ormai
più neppure la
distribuzione di volantini pubblicitari
viene ad essi affidata, in quanto questo tipo di
lavoro sembra essere diventato appannaggio di quei
poveri cristi di extracomunitari che, per due o tre euro al
giorno,
accettano di fare giornalmente km
e km di strada a piedi per riempirci
di carta inutile le nostre cassette postali.
Forse la
piagnucolosa
ministra, dovrebbe imparare lei stessa a fare meno la
schizzinosa e darsi invece più da fare per
ripristinare in Italia
l’apprendistato giovanile,
cioè quella pratica lavorativa
per la quale a un giovane veniva
insegnato per qualche anno , dietro modico compenso e versamento di
regolari
contributi, un lavoro presso un
artigiano o una fabbrica o uno studio professionale, con la prospettiva
poi di
un impiego stabile.
E vedrà allora la
ministra che i giovani
di oggi, come hanno fatto quelli di ieri, davanti alla certezza
di imparare veramente un lavoro retribuito
come si deve e non più precario e
sottopagato, la parola schizzineria la
lasceranno usare solo alle persone fatue
come certi ministri.
Oltre a
tante altre autorità
c’erano in sala anche due Prefetti (
quello di Napoli e quello di Salerno) a quella riunione dove
si parlava della pericolosità dei roghi
della spazzatura bruciata nottetempo in strada.
Un prete gentile e
dall’aria
mite, tra il pubblico, avuta la parola, si è rivolto alla
signora Prefetto di Salerno con queste
parole” Ringrazio la
Signora per il suo costante interessamento al problema che
qui ci occupa” e molto altro
avrebbe avuto ancora a dire se non fosse stato bruscamente e in malo
modo
interrotto dalla voce microfonata
e alterata del Prefetto di Napoli che così lo
apostrofava: -
Lei è un maleducato che manca di rispetto alle istituzioni ,
perché ad un Prefetto ci si deve
rivolgere non con la parola “ Signora”,
ma con il termine “Sua Eccellenza il signor
Prefetto”.
Ora, se in questa
vicenda
qualcuno si è comportato da maleducato non è
stato certo il povero parroco che
da anni si batte contro la malavita
locale, bensì lo stesso Prefetto di Napoli che si
è arrogato il diritto di
fare l’offeso per la collega di
Salerno
che invece non aveva fatto una
piega, alterandosi quando nessuno gli aveva
ancora rivolto
la parola, o forse proprio per questo.
In realtà
Sembra che il maleducato
Prefetto abbia voluto, con questa sua
sparata fuori luogo contro il povero parroco, mettere a
tacere, in un momento molto delicato della riunione,questo
mite prete che tuttavia si accingeva a
esporre soluzioni contro
la gestione dei rifiuti in Campania, sui quali la camorra ha
allungato le mani.
Invece di
accoglierli e far suoi
questi suggerimenti operativi contro la
camorra, ai più è
parso, ma vorremmo sbagliarci, che il Prefetto abbia preso spunto da un
errore
in buona fede del parroco, per fare l’offeso,
togliergli la parola e metterlo in disparte senza
dargli la
possibilità di finire il suo intervento.
Così di
provvedimenti da prendere contro
la camorra se ne parlerà in altra riunione, e speriamo con
un altro
Prefetto meno incline alla forma delle parole e
più rivolto
alla sostanza delle cose da fare.
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